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Soprintendenza archivistica e bibliografica della Lombardia

Privati proprietari

Tra i beni sottoposti alla vigilanza dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica sono inclusi gli archivi di privati proprietari. Infatti, il d.lgs. n. 42/2004, art. 10, c. 3 stabilisce che gli archivi e i singoli documenti appartenenti a privati che rivestono un interesse storico particolarmente importante sono beni culturali e appartengono al Patrimonio culturale nazionale. L’obiettivo è garantire un supporto ai privati proprietari di archivi per la tutela di preziosi documenti che testimoniano l’attività scientifica e professionale, politica e culturale, l’impegno civile, le relazioni di famiglie e persone, imprese, associazioni e istituzioni del territorio.

 

Privati proprietari di archivi e Soprintendenza archivistica e bibliografica

Chi sono i privati proprietari di archivi tutelati dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica? Innanzi tutto, un archivio privato può essere un archivio personale, e cioè l’insieme della documentazione prodotta da una singola persona, un archivio familiare, relativo ad una intera famiglia e ai suoi componenti, oppure un archivio di una associazione o di una azienda o di altra istituzione di natura privata.

La Soprintendenza accerta l’interesse culturale di un archivio e ne dichiara, con un provvedimento esplicito, l’interesse storico particolarmente importante, secondo la procedura prestabilita.

La banca dati “Dichiarazioni di interesse storico particolarmente importante” della Direzione Generale Archivi fornisce un elenco dei complessi archivistici oggetto di tutela da parte delle Soprintendenze archivistiche e bibliografiche, che include privati proprietari di archivi e documenti dichiarati di interesse culturale della Lombardia: oltre 117 archivi di persona e 160 archivi di famiglia, archivi fotografici, archivi di enti come quelli del Touring Club Italiano (1894-2000), della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori (1891-1988), della famiglia Pallavicino Trivulzio (1222-1900), della Fondazione Mille Miglia (1927-1957).

 

Obblighi e divieti per i privati proprietari di archivi

Con il provvedimento di dichiarazione di interesse storico emanato dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica, l’archivio o il documento sono sottoposti alla disciplina del d.lgs. n. 42/2004. Per i privati proprietari di archivi, in particolare, vige l’obbligo di:

  • conservare, ordinare e inventariare la documentazione;
  • chiedere l’autorizzazione per la realizzazione dei progetti di inventariazione, restauro o di qualsiasi altro intervento od opera che si intenda eseguire sulla documentazione; [link interno ]
  • permettere agli studiosi che ne facciano motivata richiesta, anche tramite la Soprintendenza, la consultazione dei documenti;
  • chiedere l’autorizzazione per spostare, anche temporaneamente, l’archivio;
  • chiedere l’autorizzazione per il prestito di documenti in occasione di mostre e esposizioni; [link interno ]
  • denunciare, entro 30 giorni, l’eventuale trasferimento di proprietà o detenzione dell’archivio;
  • chiedere l’autorizzazione per lo scarto.

Inoltre, i privati proprietari di archivi sono tenuti al divieto di:

  • smembrare l’archivio;
  • distruggere, deteriorare, danneggiare i documenti, o adibirli ad usi non compatibili con il loro carattere storico oppure tali da pregiudicare la loro conservazione;
  • far uscire in modo definitivo dal territorio dello Stato l’archivio o i singoli documenti.

Il vincolo derivante dalla dichiarazione di interesse culturale deve obbligatoriamente essere notificato, a cura del proprietario o possessore, ad eventuali coproprietari, acquirenti, eredi o aventi causa.



Ultimo aggiornamento: 26/05/2023